domenica 7 giugno 2009

L'imitazione di Cristo

SOPPORTARE I DIFETTI DEGLI ALTRI

1. Quei difetti, nostri od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. Se uno, ammonito una volta e un'altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.

2. Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po' più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro (Gal 6,2). Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità: non sono le occasioni che fanno fragile l'uomo, ma esse mostrano quale esso è.

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Interessante capitolo tratto dal vecchio testo cristiano di autore anonimo.
L'Apostolo Paolo esortava altri ad imitarlo; ma chiariva che il risultato della loro imitazione doveva consistere non nel somigliare a lui, ma a Colui che Paolo, a sua volta, imitava (1 cor. 11:1).
Imitare non vuol dire scimmiottare, ma incarnare, fare propri, natura, ideali e vita.

3 commenti:

  1. rispetto la tua fede... purkè tu e tutti i credenti rispettate il mio ateismo...

    diversamente mi inc...

    un saluto rosy

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  2. Fra i miei molti difetti, non c'è la mancanza di rispetto, verso chiunque.
    Gli unici che non riesco a rispettare sono appuno quelli non mostrano rispetto verso tutti, credenti e non.
    Grazie della partecipazione.

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  3. Quando siamo deboli...lì si mostra la potenza di Dio.Il difficile per noi è ricordarci di far agire Lui.Ma se ci riusciamo sono sicura che ci meraviglieremo vedendolo all'opera.Nell'attesa... che Dio ci aiuti ad essere forti ed equilibrati.

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