sabato 27 giugno 2009

Ho imparato

"Ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo.
Io so essere abbassato e so anche abbondare; in tutto e per tutto sono stato ammaestrato ad esser saziato e ad aver fame; ad esser nell'abbondanza e ad esser nella penuria.
Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica". (L'Apostolo Paolo)

Paolo, aveva imparato, ed era contento.
Amava e serviva Dio SENZA PRETESE, e Dio, che è fedele e giusto, mentre da un lato non lo risparmiò da sofferenze e dolori di varia natura, dall'altro lo benedisse enormemente dandogli luce, rivelazioni, benedizioni; e l'aiuto materiale per i suoi bisogni, scampandolo più volte dal pericolo della morte.

Paolo aveva imparato, ed era contento, altri no; altri confondono Dio col genio della lampada, e appoggiati su versi isolati della scrittura, hanno costruito una strana forma di cristianesimo che li vuole tutti ricchi, sani e prosperi, in ogni ambito della vita.
Non sanno, o non vogliono sapere, che il consiglio di Dio è NELL'INSIEME DELLA PAROLA, e non in qualche verso usato a proprio piacimento.
Quando poi la vita, che quasi mai è esente da drammi, malattie, e crisi di ogni genere, gli presenta il conto, allora la soluzione è pronta, ed è la seguente:
Se sono altri a trovarsi nel bisogno o nella malattia, li accusano impietosamente di non avere avuto fede; se viceversa è toccata a loro, tirano in ballo l'Avversario, e fanno discorsi strani e inconcludenti, che non chiariscono la contraddizione esistente tra le favole che predicano e la realtà che vivono.

mercoledì 24 giugno 2009

Se non ami



Ma ognuno può dare solo quello che ha (Atti 3:6)

domenica 21 giugno 2009

La perla

La perla nasce da uno stato di sofferenza dell'ostrica e la sua estrazione provoca la morte della stessa.

"Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle, e trovata una perla di gran prezzo, se n'è andato, ha venduto tutto quel che aveva, e l'ha comprata." (Mat.13:45-46)

martedì 16 giugno 2009

Amicizia

"Ora, mentre Davide era nel Deserto di Zif, nella selva, Gionatan. figliuolo di Saulle, si levò e andò a Davide nella selva, e lo confortò in Dio". (l Sam.23:16)
Versione Diodati.

"Allora Gionatan, figliuolo di Saul, si levò e si recò da Davide nella foresta. Egli fortificò la sua fiducia in Dio". (l sam.23:16)
Versione Luzzi.

domenica 14 giugno 2009

SION




"Conducimi alla rocca che è troppo alta per me". (Sal.61:2)

Sorella Maria dell'eremo di Campello

Scrive a Gandhi nel 1928:
"Io appartengo a Cristo e sono italiana ... Io sono creatura
selvatica e libera in Cristo, e voglio con lui, con te, con voi, con ogni fratello cercatore di Dio, camminare per i sentieri della verità e portare la mia testimonianza della verità fino all'estremo".

Ancora nel 1932:
"Io sono riconoscente e in venerazione per la Chiesa della mia nascita e della mia famiglia, ma la Chiesa del mio cuore è l'invisibile chiesa che sale alle stelle.
Che non è divisa da diversità di culti, ma è formata da tutti i cercatori della verità".

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"Benchè Abramo non ci conosca, e che Israele non ci riconosca; tu Signore sei nostro Padre". (Is.63:16)
"Ho anche delle pecore che non sono di questo ovile". (Giov.10:16)

giovedì 11 giugno 2009

Guardatolo in viso lo amò

Non pretendere di piegare l'umanità altrui alle tue voglie, ne ai tuoi principi.
Non pretendere che altri sentano come te; che vivano secondo le tue regole, conformandosi ai tuoi usi e ai tuoi costumi.
Speralo se vuoi, se lo ritieni giusto ed utile, ma intanto ama.
Ama sempre e comunque; ama senza se e senza ma.
Il giovane ricco non era un campione di maturità spirituale; se si legge fra le righe, un pizzico di supponenza si nota pure; ma Gesù guardatolo in viso, non lo disprezzò, non lo giudicò, non gli fece un sermone; lo amò!

mercoledì 10 giugno 2009

Tra sacro e profano


Partiti cristiani; scuole cristiane; band cristiane; ... E che altro ?
Cristiani come ? Cristiani quanto ?
Al riguardo sono sicuro solo dei miei dubbi; e intanto preferisco non confondere sacro e profano.
A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio.

domenica 7 giugno 2009

L'imitazione di Cristo

SOPPORTARE I DIFETTI DEGLI ALTRI

1. Quei difetti, nostri od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. Se uno, ammonito una volta e un'altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.

2. Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po' più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro (Gal 6,2). Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità: non sono le occasioni che fanno fragile l'uomo, ma esse mostrano quale esso è.

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Interessante capitolo tratto dal vecchio testo cristiano di autore anonimo.
L'Apostolo Paolo esortava altri ad imitarlo; ma chiariva che il risultato della loro imitazione doveva consistere non nel somigliare a lui, ma a Colui che Paolo, a sua volta, imitava (1 cor. 11:1).
Imitare non vuol dire scimmiottare, ma incarnare, fare propri, natura, ideali e vita.

giovedì 4 giugno 2009

Per amore, solo per amore

Il titolo del post corrisponde agli omonimi libro di Pasquale Festa Campanile e film di Giovanni Veronesi.
Anni fa, pur non avendo letto il libro ne visto il film, mi ritornavano alla mente le parole del titolo, come avviene di un ricordo lontano che riaffiora.
Le parole sono state un input e un dolce monito al mio cuore.
Non so se quelle parole, pur coincidenti, erano o meno legate in qualche modo al libro o al film; chissà, forse qualcosa sentita in tv o letta in qualche giornale, era rimasta li, in un angolo dela mente, per poi riaffacciarsi; o forse no, magari si trattava di altro.
Ma ogni tanto le parole tornano: PER AMORE, SOLO PER AMORE.

mercoledì 3 giugno 2009

Mat. 7:15 - Atti 20:29

Occhio alle apparenze

No, il Che non tornerà

Ernesto Guerava è stato e rimane il rivoluzionario più amato della storia moderna.
A lui sono stati dedicati numerosissimi testi, poesie, canzoni, e qualche pellicola (la più recente è in proiezione in questi giorni).
Morto giovane per la causa nella quale credeva, rimane nell'immaginario collettivo il simbolo per eccellenza della rivoluzione e dell'impegno per il cambiamento, suscitando l'ammirazione anche di persone lontane dalla sua visione politica e sociale del mondo.
Natualmente credo non manchino i detrattori, quelli per i quali il Che è stato solo un terrorista.
Del testo della canzone di Guccini mi hanno fatto sorridre e riflettere le parole: "Da qualche parte un giorno, dove non si saprà, dove non lo aspettate, il Che ritornerà".

No, il Che non tornerà; non risusciterà, e non sorgerà altro uomo ad incarnare e rivivere la sua storia e i suoi ideali.

Ma grazie a Dio, c'è un altro rivoluzionario che tornerà; Uno (unico in ogni senso) che ha fatto una rivoluzione speciale e diversa da tutte le altre; Uno che non ha combattuto contro, ma per i nemici; Uno che non ha sparso il sangue degli altri per affermare i propri ideali, ma che ha sparso il proprio sangue e dato la proria vita per me che scrivo e per te che leggi.

martedì 2 giugno 2009

Evangelizzare, come ?

Predica Cristo in ogni modo; se fosse necessario, anche con le parole. (Anonimo)


Proselitismo 1 (s.m.) atteggiamento e azione di chi vuole acquisire proseliti a una religione. estensivamente: attività volta ad assicurare nuovi aderenti a un’idea, un movimento politico, ecc. (Dizionario)


Testimonianza[te-sti-mo-niàn-za] s.f.
1 Dichiarazione, deposizione fatta da un testimone: essere arrestato per falsa t.
2 estens. Attestazione, prova, segno di qlco.: ho ricevuto testimonianze di solidarietà. (Dizionario)

Non cè nulla in comune fra lo stucchevole proselitismo, praticato da molti, che serve solo ad accrescere le file dei mercanti di anime di turno e che aggiunge solo un po di confusione a confusione, e la genuina e spontanea testimonianza della fede cristiana.