sabato 28 novembre 2009

Eredità

Che mondo lasceremo ai nostri figli?
Senza cadere nella trita e ritrita retorica della mancanza di valori, del "si stava meglio quando si stava peggio", resta una buona domanda da farsi.

martedì 24 novembre 2009

Venite infelici

Venite infelici, venite al Signore,
il Quale vi invita con voce d'amore:
Venite voi tutti che siete aggravati
da pene e dolori, venite da Me.
Io invito sol quelli che son travagliati;
se il fallo vi pesa, chiedete mercè!

Che cosa vi dona il mondo mendace?
Effimera calma e gioia fugace.
Onori e poteri, piaceri e ricchezza,
non saziano l'alma, non empiono il cor.
In fondo alla coppa ricolma d'ebbrezza
v'è sempre nascosto l'amaro dolor!

Venite infelici, Venite al Signore:
Urgente è l'invito, è pieno d'amore!
La gioia verace, il vero piacere,
son doni del Cristo, l'accerta il Vangel.
Non offre ricchezze, non offre poteri,
ma dona il perdono, la pace ed il ciel.


Amo molti dei vecchi cantici che conosco e che continuo a cantare, (sono certo che il buon Dio apprezza anche se non canto benissimo). A qualcuno non piacciono, li trovano antichi, sorpassati; ma anche la Bibbia è antica, antica è la Pietà di Michelangelo, sono antichi la Gioconda e il David di Donatello, e "poi" c'è Dio, il più antico di tutti.

sabato 21 novembre 2009

Largo ai giovani !

Ma forse a questi meglio di no.

venerdì 20 novembre 2009

Sogna ragazzo

Quando si muore? Quando si smette di sognare.

mercoledì 18 novembre 2009

Il mondo senza traccia

Non voglio lasciare il mondo senza traccia,
non voglio recidere adesso il fiore dei miei anni.
Perché l'amo questa vita così monotona e provinciale,
e adoro, a un tratto, nel salire le scale, rendermi conto
di quanta gente mi abbia porto la mano e spinto avanti.
Ci sono tutti quanti, dall'abbraccio di una madre
ai lunghi silenzi dialogati con un animale:
ci sono e non voglio che vadano perduti.

Non voglio che chi amo lasci il mondo senza traccia:
ne canterò la vita come apparve nel fiore degli anni,
ne traccerò il percorso soffermandomi sulle sfumature
di quel disegno un po' abbozzato che è l'esistenza,
e voi dal canto vostro ne leggerete il respiro
assaporandone ogni perdita di fiato; e riderete
gli stessi sorrisi e le stesse lacrime scoraggianti
piangerete assieme a loro come sotto uno stesso tetto.
Perché era la stessa barca che portammo avanti insieme
quando guardando loro intravedevo la tristezza
che mai – pensavo - avrei dovuto sopportare.
Erano tutti così, quando li conoscevo io:
erano come li ritrovate fra queste righe.

E in queste righe nuotando non noterete
solamente fiori profumati e privi di spine,
perché, nel tessuto di questa bisaccia
che è la vita, s'insidiano invidie invidiabili
anche da re e principesse, vermi talmente radicati
che sarebbe più facile, al miope, non vederli.
Ma io non voglio che il male svanisca così,
lasciando nel mondo non più di una traccia
sbiadita, come un ricordo di cui non ci si ricorda:
soltanto stabilendo e scongiurando “ciò-che-è-male”
siamo in grado di definire quel che invece non lo è,
ed è alla luce di questo rapporto che un traditore
viene chiamato col suo vero nome: assassino.
E poiché in questo modo l'offesa commessa raddoppia,
non voglio che chi odio lasci il mondo senza traccia.

E un poeta... cosa vuoi che faccia?
Ripete le parole “odio... amore”,
ma forse ormai non ci crede più,
e se nessuno ne scrive più
si ama e si odia una sola volta
vedendo morire tutto quel che si è fatto
nel tepore di un pomeriggio; e stiamo fermi,
immobili come lucertole stese al sole.
E di fronte all'imponenza di altrettante balene
arenate, siamo orme sulla sabbia del litorale
quando il mare lento le bagna e porta via,
vive solamente in attesa che qualcosa cambi,
ostili ai vostri dogmi, sempre consapevoli
che la terra gira e prima o poi tutto torna.

(SIMONE SANNIO)

A rapporto


Si racconta che un giorno un sacerdote stava camminando in chiesa verso mezzogiorno, passando dall'altare decise di fermarsi li vicino per vedere chi era venuto a pregare.

In quel momento si aprì la porta, il sacerdote inarcò il sopracciglio vedendo un uomo che si avvicinava; l'uomo aveva la barba lunga di parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi.

L'uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e usci.

Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in chiesa con una valigia... si inginocchiava brevemente e quindi usciva.

Il sacerdote, un po' spaventato, inizio a sospettare che si trattasse di un ladro, quindi un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e quando l'uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese: 'Che fai qui?'

L'uomo gli rispose che lavorava nella zona e aveva mezz'ora libera per il pranzo e approfittava di questo momento per pregare, 'Rimango solo un momento, sai, perchè la fabbrica e un po' lontana, quindi mi inginocchio e dico: 'Signore, sono venuto nuovamente per dirti quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati... non so pregare molto bene, però ti penso tutti i giorni... Beh, Gesù... qui c'è 'Jim a rapporto'.

Il padre si sentì uno stupido, disse a Jim che andava bene, che era il benvenuto in chiesa quando voleva.

Il sacerdote si inginocchiò davanti all'altare, si sentì riempire il cuore
dal grande calore dell'amore e incontrò Gesu.

Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore ripeteva la preghiera di Jim: 'Sono venuto solo per dirti, Signore, quanto sono felice da quando ti ho incontrato attraverso i miei simili e mi hai liberato dai miei peccati... non so molto bene come pregare, pero penso a te tutti i giorni... Beh, Gesù... eccomi a rapporto!'

Un dato giorno il sacerdote notò che il vecchio Jim non era venuto.

I giorni passavano e Jim non tornava a pregare.

Il padre iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a chiedere di
lui; li gli dissero che Jim era malato e che i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute, ma che tuttavia credevano che avrebbe potuto farcela.

Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti cambiamenti, egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa.

La caposala non poteva capire perché Jim fosse tanto felice dato che non aveva mai ricevuto ne fiori, ne biglietti augurali, ne visite.

Il sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l'infermiera e questa gli disse, mentre Jim ascoltava: 'Nessun amico e venuto a trovarlo, non ha nessuno'.

Sorpreso il vecchio Jim disse sorridendo: 'L'infermiera si sbaglia... pero lei non può sapere che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui, a mezzogiorno, un mio amato amico viene, si siede sul letto, mi prende le mani, si inclina su di me e mi dice: 'Sono venuto solo per dirti, Jim, quanto sono stato felice da quando ho trovato la tua amicizia e ti ho liberato dai tuoi peccati.

Mi e sempre piaciuto ascoltare le tue preghiere, ti penso ogni giorno... Beh, Jim... qui c'è 'GESU' a rapporto!'

Da oggi, ogni giorno, non possiamo perdere l'opportunità di dire a Gesù: 'Sono qui a rapporto!'

domenica 15 novembre 2009

Condivisione


Se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell'universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe nessuno cui raccontarla. (Cicerone)

sabato 14 novembre 2009

Il cantico delle creature

E' bello vedere che fuori dai templi, a volte in modi diversi da quelli canonici, qualcuno loda Dio. Del resto tutto gli appartiene ed Egli appartiene a tutti, con buona pace di quelli che vorrebbero racchiuderlo in un credo, in una denominazione, che vorrebbero avere l'esclusiva, il monopolio della verità.
Ci dispiace per i tali, ma Colui che è venuto per rendere l'uomo libero (Giov. 8:31-36) non si farà certo mai Egli stesso schiavo di nessuno. P.S. San Francesco avrebbe gradito e non sarebbe stato geloso, neanche un po.

sabato 7 novembre 2009

Non amo più

L'infrangersi sui duri scogli della vita di ogni onda di entusiasmo, l'affievolirsi dei venti di passione.

Non ci piace credere

Ci secca sentire che siamo salvati dalla grazia, e solo dalla grazia.

Non apprezziamo il fatto che Dio non ci debba nulla, che la nostra vita dipenda solo dalla sua bontà, che non ci resta che una grande umiltà e la gratitudine di un bambino a cui hanno fatto un mucchio di regali.

In realtà non ci piace affatto distogliere lo sguardo da noi stessi.

Preferiremmo molto ritirarci nel nostro circolo chiuso, e stare con noi stessi.

Per dirla schiettamente: non ci piace credere. (K. Barth)

martedì 3 novembre 2009

Si al crocifisso

E' povero chi ha una fede poggiata su simboli e riti, ma è molto più povero chi, con cieco furore ideologico, chiede la rimozione del simbolo.
Se poi la richiesta è motivata da una malcelata avversione a Cristo e ai cristiani, allora oltre che povero è meschino.