mercoledì 18 novembre 2009

Il mondo senza traccia

Non voglio lasciare il mondo senza traccia,
non voglio recidere adesso il fiore dei miei anni.
Perché l'amo questa vita così monotona e provinciale,
e adoro, a un tratto, nel salire le scale, rendermi conto
di quanta gente mi abbia porto la mano e spinto avanti.
Ci sono tutti quanti, dall'abbraccio di una madre
ai lunghi silenzi dialogati con un animale:
ci sono e non voglio che vadano perduti.

Non voglio che chi amo lasci il mondo senza traccia:
ne canterò la vita come apparve nel fiore degli anni,
ne traccerò il percorso soffermandomi sulle sfumature
di quel disegno un po' abbozzato che è l'esistenza,
e voi dal canto vostro ne leggerete il respiro
assaporandone ogni perdita di fiato; e riderete
gli stessi sorrisi e le stesse lacrime scoraggianti
piangerete assieme a loro come sotto uno stesso tetto.
Perché era la stessa barca che portammo avanti insieme
quando guardando loro intravedevo la tristezza
che mai – pensavo - avrei dovuto sopportare.
Erano tutti così, quando li conoscevo io:
erano come li ritrovate fra queste righe.

E in queste righe nuotando non noterete
solamente fiori profumati e privi di spine,
perché, nel tessuto di questa bisaccia
che è la vita, s'insidiano invidie invidiabili
anche da re e principesse, vermi talmente radicati
che sarebbe più facile, al miope, non vederli.
Ma io non voglio che il male svanisca così,
lasciando nel mondo non più di una traccia
sbiadita, come un ricordo di cui non ci si ricorda:
soltanto stabilendo e scongiurando “ciò-che-è-male”
siamo in grado di definire quel che invece non lo è,
ed è alla luce di questo rapporto che un traditore
viene chiamato col suo vero nome: assassino.
E poiché in questo modo l'offesa commessa raddoppia,
non voglio che chi odio lasci il mondo senza traccia.

E un poeta... cosa vuoi che faccia?
Ripete le parole “odio... amore”,
ma forse ormai non ci crede più,
e se nessuno ne scrive più
si ama e si odia una sola volta
vedendo morire tutto quel che si è fatto
nel tepore di un pomeriggio; e stiamo fermi,
immobili come lucertole stese al sole.
E di fronte all'imponenza di altrettante balene
arenate, siamo orme sulla sabbia del litorale
quando il mare lento le bagna e porta via,
vive solamente in attesa che qualcosa cambi,
ostili ai vostri dogmi, sempre consapevoli
che la terra gira e prima o poi tutto torna.

(SIMONE SANNIO)

2 commenti:

  1. E' il testo di una canzone? E' molto bella!

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  2. E' tratta da un libro di poesie, appena pubblicato, di un giovane che conosco personalmente.

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